la catastrofe della modernità
la modernità della catastrofe
antologia di scritture anomale
della generazione saltata
commento e scelta dei testi di francesco muzzioli
a cura di alfonso malinconico
english translation by anthony robbins
testi antologizzati di: tiziana colusso, sara davidovics, michele fianco, florinda fusco, marco giovenale, vincenzo ostuni, lidia riviello, federico scaramuccia.
antologia con saggio critico
italiano e inglese testo a fronte, Fabio D’Ambrosio Editore, Milano 2009
ISBN 978-888831911-7
riccamente illustrato, col., cm 22×16, 210 pg.
22,00 euro 20 euro
spedizione inclusa, esclusivamente per l’italia.
per l’estero mandate prima una mail.
tutti i testi raccolti in questa antologia mostrano chiaramente un lavoro della poesia che non può essere ridotto a mera “emissione intima” dello stato d’animo dell’io in questione.
si tratta di elaborazioni, che richiedono perciò una “lettura tra le righe” e un’attenzione al senso che si forma, non come riconoscimento di proprietà soggettive, ma come condivisione di un oggetto. del resto, se la parola comunicazione ha un significato, è quello di “mettere in comune” qualcosa: questo qualcosa è un insieme di parole. qualunque sia il motivo che ha spinto l’autore a unirle in un determinato modo, il problema è se quel determinato mondo verbale serve anche ad altri, suscita dubbi e induce ad altre letture, diventando molla di autoanalisi, ripensamento e infine reinvestimento mobilitante.
non resta che usare la poesia come strumento di lotta non solo contro l’evidente “sonno della ragione”, ma anche e soprattutto contro il più larvato, ma non meno inquietante, “sonno dell’immaginazione”.
catamodernismo è l’affondare della modernità, delle sue utopie e delle sue conquiste, travolte nelle contrazioni spasmodiche di un’epoca che non sa più dove attaccarsi.
ma la formula del catamoderno contiene anche un compito, un imperativo: essa indica la necessità di spingere a fondo il moderno. di procedere cioè sul solco della modernità radicale e dell’oltranzismo avanguardistico, portandoli alle estreme conseguenze.
essere catamoderni contiene anche un segnale di rigore e di resistenza contro le derive delle mode e le nozioni che garantiscono il consenso, gli identitarismi di ogni tipo (fossero pure quelli del genere), i contenutismi ormai imperanti, i moralismi ricattatori, ma anche contro gli edonismi criptoestetizzanti (magari trasferiti dalla poesia all’industria dei corpi), gli erotismi controllati in quanto mercificati, tutta la fabbrica del desiderio e del piacere.
essere catamoderni vuol dire contrassegnare ogni produzione intellettuale, creativa e non, con il marchio della criticità.
ma su cosa si appoggia la critica in un campo di forze così attraversato da tensioni e pertanto così privo di punti d’appoggio, nella tempesta che ci attraversa? la risposta sta nella stessa impossibilità della critica: essa si genera solo come aspirazione insoddisfatta, prova insopprimibile, contrasto interno e quindi allegorismo della contraddizione.
all the texts gathered here clearly show poetic work that cannot be reduced to the level of a mere ‘intimate emission’ of the state of mind of the ‘i’ in question. these are subtle creations, requiring to be ‘read between the lines’ while attending to meaning and form -not as a recognition of subjective properties, but for the sharing of an object. if the word communication has any meaning, it is ‘sharing something, possessing it in common’: this something is a structure of words.
whatever the reason that induced the writer to combine them in a certain way, the problem is if this specific verbal world is useful to others, arouses doubt and encourages further reading, becoming a spur to self-analysis, re-thinking and finally mobilising re-investment.
it only remains to use poetry as a support in the struggle not only against the evident ‘sleep of reason’, but also and above all against the veiled but no less worrying ‘sleep of the imagination’.
cata-modernism is the sinking of modernism, its utopias and its achievements, overturned in the spasmodic contractions of an epoch that has no idea what to rely on.
yet the notion of cata-modernism is a task and an imperative: it indicates the need to take modernism as far as it can go. this means following in the tracks of radical modernism and avant-garde extremism, taking them to their ultimate ends.
to be cata-modern includes a message of rigour and resistance to the tides of fashion and the notions that ensure that people will agree with you, identity-isms of all kinds (if only they were those of genre), the now dominant content-isms, blackmailing moralisms, but also to crypto-aestheticising hedonism (perhaps transferred from poetry to the body industry) and the kind of eroticism that is controlled by being commercialised – the whole factory of desire and pleasure.
to be cata-modern is to brand all intellectual production with the mark of criticism.
but what is the basis for criticism in such a tension-ridden force-field, so lacking in firm footholds, in the tempest raging around us? the answer is in the impossibility of criticism: it is generated as an unsatisfied aspiration, an irrepressible challenge, an internal conflict and thus an allegory of contradiction.