di fausta squatriti
Riprendono il viaggio.
Non hanno trovato lavoro pane buongoverno e benevola procreanza
a casa loro.
Dispiace vederli riemergere al problema sulle nostre belle spiagge devote ai profani arredi dell’oltre
con polmoni gonfiati d’acqua
allo scolo di coscienza
e inguardabile errore di potenti ancora in prima pagina a scansare
clamore con rozzi provvedimenti.
E solo per via dell’insistenza di quel fenomeno che non si riesce più a considerare tale
che si finisce per disquisire
di sottigliezze, all’emergenza provvedono altri, restando abbarbicato lo stile accumulato nel tempo dell’allenamento lento alla sua stessa vaghezza là dove empietà si mescola abilmente alla bellezza e vaga bellamente tra sprechi indispensabili all’equilibrio economico ma anche psichico della ricca classe di appartenenza
senza posa cercata al tocco sfibrato da residua passione innovativa
allenata stabilmente al governo dei verbosi sdegni.
Natura senza malevolenza rigurgita gloria di spiaggia lavata dall’onda fino all’orizzonte
spianati patetici orpelli e chi li ha fatti e chi li usa. Però pietà sia colma, cercando i corpi fino allo spasimo
adesso sì senza badare a spreco di risorse.
Che ogni brandello abbia il suo bravo esame e che venga ricongiunto al suo pari
ed una volta seppellito in terra di patria
per dare ad intendere che tutti si amano.
Viaggio astinente smarrisce la meta.