ricevo via mail e volentieri pubblico
domanda e risposta sul SALONE DEL LIBRO DI TORINO e MILANO
Il giorno 28 ott 2016, alle ore 07:49 <xxxxx@gmail.com> ha scritto:
Buongiorno, vi contatto per l’elaborazione di un approfondimento giornalistico che riassuma la presa di posizione di ognuna delle case editrici più attive sul mercato italiano riguardo alla questione “Salone del Libro”.
Agevolereste il mio lavoro, infatti, se rispondeste anche voi molto sinteticamente alle seguenti domande (entro il 31 ottobre):
1) Nel 2017, programmerete di partecipare sia al Salone del Libro di Torino che a quello, nascente, di Milano? Optereste per uno dei due? O – per chi ha disertato le edizioni del Salone di Torino – eviterete entrambi? Con quali motivazioni?
2) Cosa vi ha deluso del Salone del Libro di Torino? Quali sono i suoi limiti? Cosa cambiereste e proporreste per migliorarlo e innovarlo, non solo in relazione al soddisfacimento delle esigenze degli editori ospitati, ma anche all’arricchimento culturale dei visitatori?
3) Grandi eventi come questo, secondo il vostro punto di vista, rappresentano davvero un arricchimento dell’offerta culturale italiana, a parte o nonostante le esigenze di ritorno economico e di immagine?
I risultati dell’indagine usciranno sulle pagine de La Stampa.
In attesa di un gentile riscontro, ringrazio per l’attenzione concessa e invio cordiali saluti da Torino.
xxxxxx xxxxxx cell. xxxxxx xxxxxx@gmail.com
risposta
Il 28/10/2016 20.12, d’ambrosio editore ha scritto:
gentile xxxxxxx trai tu le risposte
la mia presa di posizione è totalmente in antagonismo rispetto innanzitutto a domande idiote tipo quelle che mi stai ponendo. è come se durante il naufragio mi chiedessi se preferisco il gelato al pistacchio o alla crema.
il mio imbarazzo è totale se penso al fatto che chi mi sta ponendo le domande, non è il sig. salonedellibroditorino o di milano, ma un mio simile che dovrebbe avere idee rivoluzionarie in relazione alla sua (immagino più giovane) età.
insomma, la catastrofe dovrebbe essere MOOOOOlto più evidente a te che a me che ho qualche anno sulle spalle di militanza e di lavoro. io dovrei essere un po’ stanco e disilluso e anche un po’ reazionario. e tu invece utopico, rivoluzionario e avanguardista.
invece il sistema si avvale di mostri come te (giovani e reazionari) per somministrare oltre il danno la beffa a chi come me combatte una battaglia per una minimale diversificazione culturale che possa (incredibile) fornire i minimi presupposti perchè il sistema possa andare avanti.
e guarda che non ho detto prodotti intellettuali, approfonditi, di ‘alto’ livello. semplicemente sto dicendo che manca una minima e banale diversificazione di proposte. insomma siamo talmente lontani dalla normalità che mi azzardo a dirti solo la cosa che puoi capire al volo senza apparirti ‘intellettuale’. anche perché non ho più voglia di provare a dire cose intelligenti a chi manco si pone il problema. (poi magari dico delle minchiate assurde… ma almeno il problema me lo sono posto…)
ora nel merito delle tue domande.
qualunque salone/fiera/simposio o come li vuoi chiamare, sono ‘cose’ che vengono organizzate dal sistema affinchè il sistema possa andare avanti ed arricchirsi. bene. appunto. già il fatto che siano ‘cose’ che succhiano soldi sia agli espositori che ai visitatori è cosa malsana. perchè l’evento non deve motivare sé stesso (spillando soldi a tutti e ci guadagna solo chi organizza) ma dovrebbe motivare operatori e visitatori per ungere il sistema. e così la ruota continua.
non ho neanche scomodato la fantomatica ‘qualità’ di prodotti e editori… hai visto che bravo che sono?
le statistiche che andrai poi ad alimentare non faranno altro che aumentare il rumore di fondo. ma chissenefrega delle pagine de ‘lastampa’… le analisi sono il risultato della classificazione, dei generi, della categorizzazione. insomma l’hegelismo… che è la catastrofe contemporanea. io nelle tue statistiche non ci vorrei essere… e invece ci finirò comunque e sempre nei settori sbagliati… perché le librerie non sanno mai dove infilare i miei libri…
caro amico. ti auguro di affrontare incarichi più gratificanti per te e per i tuoi simili.
cordiali saluti. dalla luna.
fabio d’ambrosio editore