Lezione tenuta da Gaetano delli Santi il 6 aprile 2007 alle ore 16.00.
Il teatro della crudeltà è prima di tutto CORPO, è espressionismo e non solo perché nasce in qualche modo da questa corrente, ma perché si fa espressionismo.
Artaud concepisce il Teatro della Crudeltà , come un linguaggio iniziatico, magico e tribale, in cui le parole vengono elaborate e pensate nella loro originale potenza segnica e sensitiva.
E’ un ritorno alla forza della lallazione infantile, al vagito primitivo e al linguaggio transmentale, in grado di trasmettere significati anche attraverso l’associazione dei fonemi, come nella poesia Cubofuturista.
Le parole quindi da una parte sembrano spogliarsi di significato e di logica, dall’altro aggiungono senso, un nuovo senso, che sia potente e magico, crudele e trasformante.
Artaud rifonda il teatro attraverso una parola nuova, ma non innovativa: nuova perché risulta inusuale, ma non è né neologismo, né onomatopeica come nella concezione futuristica. Le parole sono corpi reali e il loro suono è vita e non semplice rimando ad essa.
La crudeltà è anche in questo: nel mettere a nudo conflitti sociali del mondo e le contraddizioni della vita reale, facendole sentire e vivere realmente sulla pelle dello spettatore.
Per questo la parola deve farsi corpo, deve sentirsi materialmente in modo da colpire e coinvolgere tutti i sensi contemporaneamente: il linguaggio fisico si fonda dunque a tutto tondo sui SEGNI, come suggeritori si sensi e non solo sulla dualità significante – significato (http://it.wikipedia.org/wiki/Significato).
Il linguaggio deve quindi avere la capacità di espandersi nello spazio oltre la parola, attraverso anche il linguaggio visivo dei gesti e tutte le estensioni dello spazio scenico (musica, oggetti, odori, ecc..) e farsi AZIONE. Azione che è anche denuncia vera e spesso anche lungimirante contro i crimini commessi dal capitalismo americano, così come dal comunismo russo di Stalin.
Il linguaggio quindi si espande nello spazio e si lascia penetrare da esso, strappando la parola alle pastoie del romanticismo edonistico.
E’ necessario che il teatro non sia, né diventi un simulacro o una simulazione della realtà : la crudeltà , la fisicità , la vita devono essere reali, fisici, esistenti nell’istante (vedi anche cinema di Pasolini). Per comprendere la necessità fisica della pace, non basta vedere ed assistere alla rappresentazione della guerra, per esempio: bisogna viverla, sentirle l’odore e il dolore putrido dei corpi senza vita.
Il fine del teatro della crudeltà e della ricerca della fecalità è di poter far scoppiare i bubboni dei tempi moderni in modo da far rinascere l’esigenza di un vivere collettivo e pieno: è e deve essere, in altre parole, crisi, morte, guarigione e rinascita, cioè crescita. Il parallelismo con la violenza della peste, che attraverso il dolore è in grado di far emergere la necessità della vita, del godere, della rinascita e dell’unione umana è un ottimo ponte che unisce il teatro della crudeltà al linguaggio del basso corporeo.
La peste come la merda è infatti morte, ma anche concime per una nuova vita. Gli orifizi del corpo umano sono infatti gli antri limiti del corpo verso l’esterno e apertura verso l’interno dello stesso. Come da questi orifizi risalgono le escrezioni umani, così il linguaggio deve scavare all’interno di se stesso per buttare fuori l’interiora, le porosità , il quotidiano.
Il linguaggio del basso corporeo e il linguaggio carnascialesco, così come la cultura popolare saranno prodromi delle ricerche delle avanguardia sui linguaggi frammentati.
informazioni su biografia e opere di Antonin Artaud su wikipedia