“(…) ci hanno raccontato bugie su tutti i fatti importanti della storia di questo paese, dalla fondazione della repubblica in poi. Hanno cominciato a raccontarci delle bugie, a partire dal Portello della Ginestra (…) piazza Fontana (…) Brescia (…) la strage di piazza della Loggia, Bologna, Ustica, (…), insomma, non c’è una cosa grave successa in questo paese che ha potuto essere svelata.
le videointerviste di d’ambrosio editore
dedicate alla catamodernità
l’impossibile avanguardia contemporanea
siamo andati a cercare personalità di oggi che hanno sperimentato e sperimentano il nuovo.
figure più o meno note anche al grande ‘pubblico’ che rappresentano di fatto, più o meno consapevolmente, le avanguardie di un’auspicabile nuova umanità.
le ovvietà di molte affermazioni sono lontanissime dall’esserlo nel mondo ‘reale’ e comunicare oggi su tematiche semplici, ma fondamentali, è sempre più difficile.
catamoderno [ca-ta-mo-dèr-no]
comp. dal prefisso cata- dal gr. katà “giù, in basso, in fondo” (cataclisma, catafalco), “contro” (catapulta), “per, con, in rapporto” (catalizzatore, catechesi), “secondo, conformemente a” (categoria) “ordinato punto per punto” (catalogo, catasto), “sopra” (cattedra, cattedrale), e moderno dal lat. modĕrnum, deriv. dall’avv. mŏdo “ora, in questo momento”
agg. 1 riferito a persona che intende andare al fondo della modernità (quindi estremizzarla, portarla ai massimi risultati), che vuole essere moderna “fino in fondo” (cioè rimanerlo, nel presente, senza frustrazioni e quindi senza desiderio di rivalsa) 2 caratteristico del pensiero in contrapposizione alla modernità che è andata a fondo, affondata 3 attribuito a persona consapevole della contradditorietà dell’essere e della multiformità del reale 4 si dice di persona che pur affermando la propria unicità è capace di sostenere il confronto e di mettersi in discussione.
s.m. (f. -na) 1 che mira alla ricerca e alla sperimentazione di forme espressive finalizzate a fornire strumenti per un vivere intelligente 2 ciò che è catamoderno o esprime il pensiero dell’età catamoderna in contrapposizione a ciò che è postmoderno (post- indica il superamento o oltrepassamento liquidatorio della modernità e del suo criticismo radicale) 3 uomo dell’età catamoderna.
☐catamodernamente avv. in modo catamoderno: pensare – | seguendo modalità catamoderne.
agg. sin. coerente, critico, consapevole contr. postmoderno, classico, petrarchesco.
s.m. sin. innovatore, sperimentatore contr. conservatore, semplicistico, superficiale.
interviste
dedicate alla catamodernità
l’impossibile avanguardia contemporanea
figure più o meno note anche al grande ‘pubblico’ che rappresentano di fatto, più o meno consapevolmente, le avanguardie di un’auspicabile nuova umanità.
comp. dal prefisso cata- dal gr. katà “giù, in basso, in fondo” (cataclisma, catafalco), “contro” (catapulta), “per, con, in rapporto” (catalizzatore, catechesi), “secondo, conformemente a” (categoria) “ordinato punto per punto” (catalogo, catasto), “sopra” (cattedra, cattedrale), e moderno dal lat. modĕrnum, deriv. dall’avv. mŏdo “ora, in questo momento”
agg. sin. coerente, critico, consapevole contr. postmoderno, classico, petrarchesco.
s.m. sin. innovatore, sperimentatore contr. conservatore, semplicistico, superficiale.
i catamoderni: l’impossibile avanguardia contemporanea
12 interviste concentrate in 20 minuti.
se avete fretta.
siamo andati a cercare personalità di oggi che sperimentano il nuovo. e ve le presentiamo tutte assieme in 20 minuti.
intervista a getulio alviani
“…il futuro negli anni ’60 lo toccavi, era lì, lo stavi facendo, ti mancava niente.
oggi il futuro non è lì. oggi il futuro è diventato lontanissimo.”
“…come posso fare io questa cosa?
con tre elementi, con due, con uno…?
con meno è senz’altro meglio…”
intervista a elio
“l’ultima linea di resistenza
è quella di fare le cose bene”
(elio petri)
“penso che non ci si possa accusare di incoerenza.
cioè ci si può accusare di essere incoerenti
ma coerenti nell’incoerenza,
nel senso che lo abbiamo affermato fin dall’inizio, che eravamo incoerenti…”
intervista a alessandro bergonzoni
“…a volte non sono io
che vado veloce con il pensiero,
è la gente che il pensiero l’ha venduto…
io sicuramente sono un po’ supersonico,
ma c’è della gente che il pensiero l’ha piantato nell’asfalto.”
intervista a dànilo mainardi
“…se uno fa le cose che gli piacciono e studia, risolve delle sue curiosità, si butta a corpo morto per cercare di ottenere delle risposte ed è come se diventasse più intelligente. Per fortuna, i miei genitori mi hanno detto di fare quello che avevo voglia e allora ho cominciato a vivere e a divertirmi….
intervista a margherita hack
“…l’idea che avevo allora,
era di riuscire a fare qualche lavoro interessante di testa mia,
di non essere guidata sempre dal mio relatore di tesi, di lavorare in modo indipendente…
di salvare il mondo con l’astronomia non c’ho mai pensato…
ma di avere delle idee contro le dittature, questo sì…”
intervista a franco fabbri
“ci siamo tutti abituati a certe comodità e non si fanno cose che 40 anni fa erano normalissime”
“quando uno va all’estero si rende conto che il centro è da un’altra parte. il mondo ritrova una geometria più normale”
“negli anni ’70 nessuno, se non pochissimi, voleva veramente fare dell’italia una repubblica sovietica…”
intervista a stefano disegni
“ho bisogno di avanguardie, che mi aprano spazi, che mi forniscano spunti, che mi diano intuizioni.
senza questo c’è il consolatorio e la banalità, l’appiattimento ad un linguaggio rassicurante.”
intervista a arturo schwarz
“Bisogna portare la rivoluzione nel proprio campo e attraverso questo riuscire ad esprimere la ribellione di ogni individuo, di ogni uomo onesto, come lo chiamerebbe Montaigne.”
intervista a sergio staino
“Buttiamo intelligenza, buttiamo quello che pensiamo, cerchiamo di essere coerenti, io dico quello che penso e cerco di non autocensurarmi, tengo ferma l’idea di Gramsci che la verità è sempre rivoluzionaria.”
intervista a elio de capitani
“considerare lo stile come la morte è essenziale, perché vuol dire che tu non ti metti di fronte al mondo e alle cose con la voglia di mangiarle e farle assomigliare a te stesso e basta, ma ti metti in relazione con le cose per cui loro mangiano te e tu mangi loro. questo, quindi,…
intervista a massimo bucchi
“…è come essere in un frullatore.
solo che prima i pezzi erano più grossi”
intervista a alessandro robecchi
“…non è mica un panda da proteggere, il lettore: il lettore è anche uno da stimolare, da far incazzare, se questo fa parte della propria modalità espressiva ovviamente. non a gratis…”
“…ho avuto un maestro di giornalismo, un vecchio marchigiano pazzo che diceva che è meglio scrivere due volte neve, piuttosto che scrivere ‘la bianca visitatrice’…”
intervista a silvano agosti
“…cosa vuol dire avanguardia?
l’avanguardia è chiedersi come è giusto che gli esseri umani vivano,
cosa necessita ogni persona per essere sereno? poche cose, cibo buono, un posto asciutto dove dormire, tanti amici, tanti amori, l’accesso alle opere d’arte, girare il mondo, vedere il mare, i gatti…
queste cose, costano pochissimo.”
intervista a francesco dal co
“il committente è la prima vittima del luogo comune. è il cane che si morde la coda”
“le grandi trasformazioni di milano non sono quelle che appaiono tutti i giorni sui giornali come la fiera, piazza repubblica (…). le grandi trasformazioni di milano sono gli interventi enormi, giganteschi, come l’ex area dell’innocenti, sui quali nessuno dice niente… ma come è possibile…”
“nella mia rivista (casabella ndr) c’è una pagina rossa ben marcata che indica la pubblicità. quella pagina rossa definisce un ruolo”
intervista a eugenio benetazzo
intervista filmata il 6 giugno 2008. in poco più di 20 minuti il giovane economista, tracciava il quadro desolante della situazione che preannunciava la crisi. insomma. lui ci aveva avvisati.