DOMENICA 21 MARZO ORE 21.00 – Teatro Franco Parenti (Milano)
Gioacchino Genchi – Edoardo Montolli. Conduce David Parenzo
Anno 1993. Il vice del gruppo Falcone-Borsellino che indaga sulle stragi di Capaci e via D’Amelio se ne va sbattendo la porta dell’ufficio del suo capo, Arnaldo La Barbera, abbandonando per sempre l’inchiesta. Prima di andarsene ha recuperato i files dell’agenda elettronica di Falcone che qualcuno aveva cancellato dopo il suo sequestro. E ha trovato una pista per i mandanti occulti per la morte di Paolo Borsellino e della sua scorta che nessuno ha voluto prendere in considerazione.
Si chiama Gioacchino Genchi, commissario capo, ed è già considerato il massimo consulente informatico delle Procure e dei tribunali. In vent’anni infila quasi 700 incarichi, ribaltando processi, facendo condannare centinaia di killer e colletti bianchi. Politici e imprenditori. Facendo assolvere innocenti altrimenti destinati alla prigione. Raccogliendo encomi. Ogni anno la polizia gli assegna un punteggio in più del massimo nella graduatoria dei dirigenti, per le “eccezionali capacità morali” e sul campo.
Passano quattordici anni. Gli viene revocato l’incarico Why Not. Berlusconi lo definisce il più grande scandalo della Repubblica. Viene indagato da un magistrato che emerge dal suo cosiddetto “archivio”. La polizia, che non sospende i suoi dipendenti nemmeno quando sono condannati in primo grado per stupro o omicidio, lo sospende sine die addirittura per aver risposto su Facebook a un giornalista che gli dava del bugiardo. Viene attaccato ovunque. All’improvviso. E allora cosa c’è davvero dietro il caso Genchi? Cosa c’era dentro il fantomatico archivio? Aveva iniziato a raccontarlo nel libro shock “Il caso Genchi”. E ora gli eventi stanno facendo emergere ciò su cui stava lavorando. Nomi, persone, intrecci. Ma siamo solo all’inizio. Perché questa non è la storia di un’inchiesta bloccata. Questa è la storia della Seconda Repubblica.
Al Teatro Parenti, in una sola notte, tutta la verità.
Ingresso Euro 10