il plurilinguismo: logosfera dei vacillamenti quotidiani / di gaetano delli santi

il caos dei linguaggi
fra lacerti e reperti patologici sociali come critica alla semplificazione del dato di fatto

Uno scrittore e artista come Gaetano delli Santi, che ha proprio nella pluralità delle sue attitudini e attività un carattere costitutivo e uno dei punti di maggior forza, impegnato nelle ibridazioni e nelle più svariate sinergie, nel testo poetico con uno straordinario recupero di vocaboli desueti e di gerghi marginali, nell’opera grafica con una capillare organizzazione di forme minuziose particolarissime, è stato in grado in questo lavoro di portare la nozione alle estreme conseguenze e quindi di farla agire non solo rispetto alle lingue vere e proprie, ma anche nei confronti di registri e stili, di generi e codici, dimodalità e procedimenti, riportando ad essa ogni moltiplicazione delle differenze in orrore del dogma dell’unità centralizzata.

Operando in questo caso nell’ambito della scrittura saggistica, ma anche qui muovendosi in ossequio alla pulsione pluralizzante, in quanto con l’andamento a brani brevi, con riprese e ripartenze, con richiami e scorciatoie, ha raggiunto il risultato non di fissare il concetto di «plurilinguismo» in una definizione categoriale data una volta per tutte (come farebbe la trattatistica accademica), ma di dirlo in molti modi, che è poi l’unica maniera di rispettare la sua stessa logica. Lo stesso titolo, Il plurilinguismo: logosfera dei vacillamenti quotidiani, indica subito che ogni affermazione va presa come forma di diffrazione.

(dall’introduzione)