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(…) La massa è tenuta volontariamente molto al di sotto delle proprie potenzialità espressive: questo è un problema costante. Ecco che lì l’arte, una buona canzone, un buon spettacolo, una grande opera pittorica capace di penetrare la coscienza, l’immaginario collettivo, possono essere cose utili, preziose, perché allargano improvvisamente, producono un incontro, uno spavento. Si crea, allora, un’epifania veramente seduttiva e veramente introduttiva rispetto ad altri ambiti della tua esistenza, povera o ricca che sia: è uno step vero, apri una porta e, ogni volta, che apri una porta c’è uno spavento.
Le grandi persone davanti allo spavento intuiscono che lì c’è qualcosa di ulteriore da approfondire; le persone piccole davanti allo spavento chiudono la porta e tornano a vivere la loro vita.
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