IVANO FOSSATI, una vita controvento, di Paolo Jachia
Recensione di Andrea Turetta
E’ uscito recentemente questo agile libro dedicato al cantautore ligure Ivano Fossati e scritto da Paolo Jachia che è docente di forme della canzone d’arte al Dams di Genova e Imperia.
L’autore ci conduce, attraverso l’analisi dei testi di varie canzoni di Fossati, alla conoscenza del cantautore, autentico artigiano della canzone italiana.
Un artista di cui si conosce comunque poco perché preferisce che a parlare siano le sue canzoni. Il testo, edito da Zona, fa parte di una collana dal titolo “Aminoacidi. Libri per musica d’autore”, diretta da Lorenzo Còveri.
Non mancano all’interno dello stesso, due interviste esclusive raccolte da Emanuela Bisacca e Enrico Deregibus.
Nelle canzoni di Ivano Fossati, classe 1951, possiamo spesso scorgere riferimenti all’avventura, alla libertà, all’accettazione ed integrazione delle persone più povere, degli emarginati… ed in questo, viene fatto notare, ricorda un grande della musica: Fabrizio De André. L’avventura è invece presente anche come viaggio (basti pensare che un suo album s’intitola “Lindbergh”, come il celebre trasvolatore). Ci sono inoltre assonanze con Leopardi e c’è un viaggio alla ricerca di sé. A dimostrazione del senso di fratellanza che accompagna Fossati, viene citata la sua partecipazione come ospite a Sanremo 1999, quando accompagnò la sua canzone con queste parole tratte dalla I^ lettera di San Paolo agli ebrei: “Perseverate nell’amore fraterno. Non dimenticate di essere ospitali con gli altri stranieri perché alcuni hanno ospitato gli angeli senza saperlo”.
Fossati è molto legato alla Liguria, terra di mare e marinai. E queste tematiche trovano spazio già nel suo primo album del 1973 dal titolo “Il grande mare che avremmo traversato”, dove, in una canzone lo stesso cantautore si chiedeva “Con il mare proprio sotto casa mia, il mio destino in fondo quale vuoi che sia?”. Altro tema ricorrente nelle sue canzoni come prima ricordato è quello del viaggio. Colui che lo fa (il pilota, il marinaio…), viaggia spesso da solo. Viaggio da affrontare anche come arricchimento interiore.
L’autore scopre scrittori come il Conrad di “Cuore di tenebra” oppure Henry Miller… i quali, hanno avuto notevole importanza nelle canzoni di Fossati. Inoltre, nelle sue composizioni si fa cenno anche alla guerra, ad esempio in “Macramè”, uscito nel 1996, si parla di drammi ed orrori (guerra nell’ex-Jugoslavia) apparentemente già dimenticati.
Lo stesso Ivano Fossati è stato comunque un grande viaggiatore e ricorda: “…ho passato un lungo periodo della mia vita dal 1978 al 1987 a viaggiare come un pazzo. Erano gli anni in cui si diceva che crescere voleva dire muoversi… Rimanevo in Italia non più di quattro mesi l’anno”.
Gran viaggiatore quindi, ma sempre legato alla sua terra cui ha dedicato, ad esempio “Questi posti davanti al mare”.
Fossati è un moderno poeta che riesce a parlare di sé, di viaggi e d’avventura ma anche dell’amore e della disperazione che talvolta, lega a questo sentimento. Una sua canzone recita: “Nell’universo della mia pazzia…c’è la speranza che tu ritorni, è solo un tarlo, consuma i giorni, ma chi può dirlo, forse anche il mio amore vola…”. Ancora si trova nelle sue canzoni, il tema del tempo e del suo scorrere…
Tra gli autori che hanno influenzato Ivano Fossati, troviamo anche Cesare Pavese che il cantautore ha iniziato a leggere da ragazzino. In un’intervista al Corriere della Sera, Fossati ha detto: “…Pavese mi fece vedere delle cose che poi ho amato per sempre… Mi faceva vedere la grandezza delle cose piccole, la grandezza della provincia”.
Ivano Fossati è uno dei pochi autori ad aver avuto influenze musicali provenienti da più generi e da tanti paesi del mondo e la sua musica è divenuta sempre più “World music” dove si fondono jazz, rock, ritmi latini e folk. Tra gli artisti stranieri apprezzati dall’artista, ci sono Keith Jarrett, Jacques Brel e Stan Getz ma, son stati tanti gli artisti italiani con cui Fossati ha collaborato, facendo nascere bellissime canzoni. Tra gli altri: Alice, Mia Martini, Gianni Morandi, Anna Oxa, Francesco De Gregori… e le più importanti con Fiorella Mannoia e Fabrizio De André.
Tra i brani composti per Fiorella ci sono “Le notti di maggio”, “Baia senza vento, “Lunaspina” e la versione italiana di “Oh! Que serà”, interpretata per l’occasione, con l’artista romana. C’è poi “I treni a vapore” che ha dato anche il titolo ad un bell’album di Fiorella Mannoia.
Collaborazione di cui si parla ampiamente è poi, quella che c’è stata con Fabrizio De André che, come ha fatto notare l’autore, rappresenta “una delle pagine più alte della recente canzone d’arte italiana”. L’incontro tra i due genovesi ha dato vita addirittura ad un album: “Anime salve”, non una semplice collaborazione, ma un disco scritto a quattro mani.
Come precedentemente detto, c’è poi spazio per le interviste. La prima, datata luglio 2001 è stata concessa ad Enrico Deregibus, vicedirettore dell’ “Isola che non c’era”, rivista interamente dedicata alla musica italiana. Si analizza in particolare, l’album interamente strumentale “Not one world” e si può quindi scoprire com’è nato l’Ivano Fossati che conosciamo, quello strumentista prima che autore completo.
A completare il ritratto di Ivano Fossati, un’intervista di Manuela Bisacca, realizzata nell’agosto 1994 e tratta dalla tesi di laurea dal titolo “La tradizione dei ‘versi in musica’ nell’esperienza di Ivano Fossati”.
Un viaggio quindi, nella conoscenza dell’opera di questo nostro grande autore contemporaneo che il lettore può approfondire, utilizzando la discografia, le biografie e i siti che vengono indicati nelle ultime pagine del volumetto.
Un bel libro che permette di conoscere qualche retroscena artistico di questo autore che ha ancora molto da dire e dare all’ascoltatore.
Andrea Turetta
IVANO FOSSATI. UNA VITA CONTROVENTO
di Paolo Jachia
con interviste esclusive
di Manuela Bisacca
ed Enrico Deregibus
Editrice ZONA
pp. 144
brossura
prezzo 13 euro
Collana “Aminoacidi. Libri per Musica d’Autore”, diretta da Lorenzo Coveri