majakovskij al piccolo con la regia di serena sinigaglia: cimice o pulce da circo?

majakov1“questo testo”, scrisse majakovskij, “è la variante teatrale di quell’argomento fondamentale al quale ho dedicato versi e poemi: la lotta contro il piccolo-borghese”.

sono andato a vedere “la cimice” al piccolo, con la regia di serena sinigaglia e per alcuni giorni mi sono chiesto perché mi sono sentito pesantemente ‘fastidito’ dallo spettacolo.

gli attori sono tutti molto bravi e tantissimi, quasi una ventina, con paolo rossi nel ruolo principale.
cantano, corrono, e anche recitano.

le scene sono fantasmagoriche, da kolossal musical-teatrale.

cubi-monolitici con lo strauss di zarathustra (come dire lo spogliarello con l’immancabile accompagnamento musicale di joe cocker), incendi scenografici, realtà virtuali, enormi reti neuroniche a rappresentare il futuribile massmediatico, costumi ricchissimi…
ci sono proiezioni di documenti cinematografici d’epoca della russia rivoluzionaria che introducono lo spettatore.
persino cartoni animati appositamente (immagino) realizzati.

c’è proprio tutto. quindi di cosa essere “fastiditi”?

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lo spettacolo inizia e già la primissima scena preannuncia quello che verrà servito a dosi massicce allo spettatore: il superfluo, l’inutile, il ridondante.
gli attori iniziano fin da subito ad urlare e a correre a destra e manca senza che ce ne sia realmente bisogno. insomma… enfatizzano… cercano di creare l’atmosfera. e fanno una gran fatica.
ci sono gag ripetute due, tre volte attraverso tipiche e meccaniche modalità cabarettistiche dell’oggi televisivo (per carità il cabaret è un’altra cosa… ma come si fa a spiegarlo?…e caspita c’è paolo rossi in scena!).
nel secondo tempo, verso la metà, ho provato imbarazzo per la brava attrice (credo melania giglio) per il disagio -palpabile- nel cercare di “riempire” il vuoto pneumatico nella lunga scena di presentazione dello zoo, con annessi cartoni animati. una delle tante scene perfettamente inutili, come quella del balletto degli studenti verso la fine.

non esiste lo spettacolo perfetto. “oggettivamente” però si può distinguere uno spettacolo nel quale tutti gli strumenti in mano al regista vengono utilizzati in modo coerente, funzionale, pulito per ciò che il regista, bene o male, ci vuole raccontare.
spaventosa è la differenza contenutistica de “la cimice” rispetto allo spettacolo di un paio di settimane fa “the andersen project”. con la regia di robert lepage, l’utilizzo degli strumenti multimediali (presenti in modo massiccio nello spettacolo) diventa quasi impercettibile…ed è lì che la forma diventa contenuto.

a lungo ho cercato recensioni in rete de “la cimice”.
(ma qualcuno ha mai sentito parlare di “critica”?)
non solo non ho trovato quasi nulla, ma quel poco era sempre entusiasta e riportava talvolta le parole della stessa senigaglia “uno spettacolo corale, fisico, movimentato come sono i miei, con gli interpreti impegnati in 4 o 5 ruoli per un testo grottesco ai limiti del circense di quasi 200 personaggi, e uno straordinario Paolo Rossi nel ruolo dell’orribile protagonista, affiancato da Massimo De Francovich”.

corale, fisico, movimentato.
ok, se questo era l’intento, la cimice della senigaglia è un esperimento perfettamente riuscito.
ma per il circo, dove ogni scena è a sé stante, dove è importante tenere alto lo stupore del pubblico, dove l’intento è puramente consolatorio per fornire alla platea ciò che la platea si aspetta.

ok. ora ho capito cosa mi ha pesantemente “fastidito”.
se la senigaglia avesse portato in scena un suo spettacolo, bello o brutto, non ci avrei perso tutto questo tempo a pensarci su. magari mi sarebbe persino piaciuto.

ma trasformare “la lotta contro il piccolo borghese” di majakoskij uno spettacolo circense… è cosa che, secondo me, non dovrebbe passare inosservata.

forse qualche tempo fa avrei detto… piuttosto del silenzio, meglio una scusa per sentir parlare di majakovskij.
chissà perché… oggi ho completamente cambiato idea.