di Franco Falasca, postfazione di Francesco Muzzioli, € 13,50
Nature improprie di Franco Falasca compendia venticinque anni di attività poetica segnati dalla tensione sociale di una scrittura antagonista nei confronti dell’esistente: lo sguardo distaccato ed analitico dell’autore coglie le meschine contraddizioni e le assurdità del mondo odierno.
Da tali constatazioni deriva la necessità di una poesia della complessità, un geroglifico verbale che emerge dal montaggio di scarni frammenti del quotidiano, registrati con rigorosa oggettività: alla fedele riproposizione dei più piccoli particolari percepiti si accompagna il necessario allontanamento dalla centralità dell’Io e della letteratura da essa prodotta; l’accostamento anarchico e libertario delle parole rinnega i compromessi dell’asservimento alla comunicazione di scambio e si volge interamente ad un fare poesia come progetto collettivo.
La realtà vissuta dall’uomo contemporaneo è tanto complessa da richiedere una parola diversa da quella tramandata nei secoli.
Ecco, quindi, che per l’autore la poesia diviene il campo di lotta per un codice, peraltro parziale ed enigmatico: Falasca è consapevole che non potrà mai esistere una lingua valida stabilita una volta per tutte e, allontanandosi dal vocabolario canonizzato della tradizione, si concentra sull’aspetto sensoriale della parola, valica le rigide suddivisioni dei generi e ricerca combinazioni lessicali che costruiscano immagini surreali, tra «fini estatici» e «cimiteri orrori», tra l’hi-tech e la natura, tra la storia altisonante dei grandi eventi e le lotte a testa china combattute nel brusio quotidiano.
La costanza dell’atteggiamento antagonista della poesia di Franco Falasca, come testimonia Nature improprie, esprime l’opposizione ai poteri costituiti, ai grandi sistemi, ed espone la problematicità della relazione tra l’individuo che si identifica nella propria soggettività ed il contesto (sociale, economico, politico, culturale) all’interno del quale l’atto comunicativo ha luogo.
“…il punto di partenza di Falasca può essere trovato nel modo che la sensazione assume nell’epoca della modernità avanzata, in presenza di una focalizzazione percettiva che dilata i particolari e inventaria il loro “evento” rispettando l’occorrenza caotica della vita.” (F.Muzzioli)