ARTICOLO SUL NUMERO DI FEBBRAIO 2003 DELLA RIVISTA DI GRAFICA ED INFORMATICA ‘APPLICANDO’
QUANDO LA MEMORIA ERA UN’ARTE
(e non veniva misurata in Mb)
IL PROCESSO INQUISITORIO A GIORDANO BRUNO IN UN LIBRO, UN VIDEO ED UN’OPERA TEATRALE NATI DAL MASSICCIO AUSILIO DELLE NUOVE TECNOLOGIE
di Fabio D’Ambrosio
PROLOGO
“Avete più paura voi a emanar questa sentenza che non io nel riceverla”.
Così Filippo Bruno -in arte Giordano- rispose, dopo aver ricevuto la sentenza emanata dalla Santa Inquisizione… che lo consegnava al braccio
secolare.
La fermezza dimostrata durante il lungo processo romano e l’intrepido coraggio con cui salì al rogo senza mai ritrattare le proprie dottrine, ne fecero un martire del libero pensiero e come tale fu variamente celebrato lungo i secoli.
Correva l’anno 1600, il Barocco iniziava a trionfare: il Baldacchino di San Pietro, realizzato da Gian Lorenzo Bernini commemorava il potere e la ricchezza della Chiesa controriformista; il naturalismo psicologico in pittura, tramite Velázquez e Rembrandt, demoliva il classicismo; William Shakespeare scriveva l’Amleto; l’architetto Francesco Borromini, autore delle più astruse e audaci forme architettoniche barocche, veniva chiamato dal Milizia (in senso dispregiativo) “scarabattolerie”; Galileo Galilei pubblicava il Dialogo sui massimi sistemi del mondo (che gli valse la condanna all’abiura nel 1633); molto probabilmente Cervantes iniziava il suo Don Chisciotte; dalle Fiandre Rubens giungeva a Roma, dove sviluppò al massimo le sue grandi opere barocche; nasceva il melodramma: in occasione del matrimonio di Maria de’ Medici con Enrico IV, a Firenze a Palazzo Pitti venne rappresentata Euridice e musica, poesia, mimica e rappresentazione teatrale si fondevano in una sola opera (multimediale!); il Caravaggio veniva già considerato un maestro…
Ed è proprio il Barocco il centro del progetto ‘Fra’ Giordano Bruno redivivo’, oltre alla cronaca del processo inquisitorio a partire dai documeti originali dell’epoca. Il progetto è composto da un libro, un video di una ventina di minuti (proiettato alle presentazioni del testo) ed un’opera teatrale in scena a Roma il prossimo Febbraio dal 10 al 16, in concomitanza con il 403° anniversario della messa al rogo.
Dicevamo del Barocco.
Un periodo di straordinari fermenti creativi e progressi scientifici nel quale la mnemotecnica, l’antichissima arte della memoria, acquistò particolare rilevanza. Molti filosofi ed autori dell’epoca, specialmente lo stesso Bruno, arrivarono a considerarla un’arte suprema che, includendo in sé ogni altra scienza, poteva pervenire ad una totale conoscenza dell’intera realtà.
MEMORIA E NUOVE TECNOLOGIE
Noi moderni non abbiamo sistemi di memoria (se non quelli dei nostri computer) e per ricordare talvolta usiamo tecniche di memoria personali. Per gli antichi una memoria educata era di vitale importanza. L’arte della memoria rifletteva l’arte e l’architettura del mondo antico e si basava su facoltà di intensa memorizzazione visiva.
Ecco che il sapere iniziava a strutturarsi in una dimensione di pura immaginazione, diventava cattedrale, castello, teatro della memoria.
L’utilizzo delle nuove tecnologie ha completamente stravolto il rapporto con la memoria. In un’epoca tutta incentrata sugli effetti speciali, il libro dell’epoca attuale si è quasi orgogliosamente spogliato dei propri ornamenti pittorici delle origini né ne ha cercati di altri, quasi a rivendicare la supremazia dell’immaginario, come se ce ne fosse stato bisogno…
In effetti il bombardamento di immagini alle quali siamo costantemente sottoposti sembra lasciare ben poco spazio all’immaginazione…
Così, grazie alle nuove tecnologie, abbiamo rispolverato il codice miniato barocco, ed abbiamo impaginato un libro immaginando di essere all’epoca di Bruno, riscoprendo le potenzialità del primo vero ipertesto multimediale.
E che dire del testo? Il vero ipertesto multimediale era già lì bell’ è pronto…
TESTO, IPERTESTO E CODICE NEOBAROCCO
Facciamo un piccolo passo indietro. Quando incontrammo l’Autore del testo, il grande Editore Vanni Scheiwiller era appena venuto a mancare. Il libro ‘Fra’ Giordano Bruno redivivo’ avrebbe dovuto essere publicato nella prestigiosa collana del Pesce d’Oro, ma alla morte dell’Editore, l’Autore decise di congelare il progetto.
La risposta “naturale” all’omologazione è il plurilinguismo. E la prospettiva di Bruno era utilmente messa a frutto in quel testo trasferendo nel linguaggio poetico-letterario la ricerca degli “infiniti universi”, accostando termini arcaici, anche in disuso, a termini ultramoderni come quelli gergali giovanili o quelli della pubblicità.
Leggendo il testo capimmo subito ciò che andava fatto, e nei primi mesi del 2000 decidemmo di riprendere il progetto e rielaborarlo anche in chiave pittorico-grafica affermando anche nell’impaginazione la ricerca degli infiniti mondi bruniani, in un continuo intreccio fra arcaico ed ultramoderno, tra l’ornamentale ed il significativo.
Iniziammo il lavoro ispirandoci direttamente alle miniature barocche, dove ogni pagina diviene un’opera, dove testo e grafica propongono la validita’ del supporto cartaceo per la sperimentazione dell’ipertesto multimediale, scegliendo volontariamente, e non solo per un problema di costi, l’utilizzo esclusivo del bianco/nero.
CAPITOLO PRIMO…
Tutto l’impianto grafico è nato dalla elaborazione effettuata essenzialmente in Photoshop di dipinti, scritture e immagini di sculture dell’Artista Fausto Pagliano. Una delle idee fondamentali del libro era quella di coinvolgere più tipologie diverse di scrittura emulandone le caratteristiche, quasi a cercare elementi pittorici comuni per una ‘super-scrittura’.
Dalle scritture cinesi a quelle orientali, dal codice a barre alle ruote combinatorie…
Tra le immagini di partenza utilizzate, abbiamo selezionato anche alcune opere classiche del Barocco dell’Arcimboldo, di Michelangelo, del Parmigianino, del Caravaggio, di Grunewald, ritoccando in Photoshop le caratteristiche barocche e rendendole quindi più evidenti.
Le immagini che sono nate da questo processo dovevano presentare l’ambiguità scaturita dal contrasto tra lo strumento tecnologico e l’opera pittorica barocca. Inoltre alcune immagini alludevano alla profondità in quanto avevamo usato ombre e deformazioni sferiche. L’atmosfera doveva essere in continuo equilibrio tra arcaico e moderno, un po’ come nell’avventura di Myst.
Parallelamente in Xpress si è cominciato ad impostare l’impianto grafico.
Volendo creare un libro che per più di 230 pagine doveva contenere un’alternanza grafica tipica del codice barocco, si è cercato, almeno all’inizio, di semplificare la mole di lavoro cercando di definire un certo numero di tipologie di pagine mastro, sei o sette, da cui poi si sarebbe passati alla fase di arricchimento e definizione di ciascuna pagina.
La scelta, fondamentale, del font si è mossa su una ricerca di un carattere arcaico ma il più possibile chiaro per non ostacolare la lettura di un testo già per altro difficile. La scelta è stata per un Post Medioeval e Post Antiqua.
Dopo circa 9 mesi di lavoro e 300 elementi pittorici elaborati per più di 230 pagine complessive, l’opera era conclusa. Ma era come aver finito di mangiare ed accorgersi di avere ancora un certo languorino…
LA MEMORIA IN…AZIONE!
Pubblicato il libro e programmate le date per le presentazioni in varie località italiane abbiamo pensato di approfondire l’esperienza aggiungendo il colore e la profondità al lavoro sin qui svolto e, cosa ancora più importante, far interpretare parte del testo a due giovani attori emergenti.
Il video ci era stato richiesto dal Festival Mediterraneo, che aveva scelto, per l’edizione 2001, di presentare il nostro ‘Fra’ Giordano Bruno redivivo’ come evento speciale.
Il video doveva contenere alcuni elementi introduttivi circa la vita di Bruno, una panoramica del libro, ed un estratto del testo interpretato, per una durata complessiva di 10/15 minuti massimo.
Con l’Autore del testo abbiamo selezionato alcune parti che meglio si prestavano al viaggio virtuale grafico che avevamo in mente: una sorta di evoluzione grafica, da disegni bidimensionali sovrapposti in movimento, a solidi geometrici tridimensionali, fino ad arrivare ad un vero e proprio ‘landscape’ virtuale realistico ambientato da perfette sfere riflettenti. Inoltre abbiamo immaginato tutto il video dal punto di vista di bruno, in soggettiva.
Abbiamo quindi iniziato a costruire con gli attori il registro interpretativo, data la particolarità del testo. Siamo poi passati alle riprese che abbiamo eseguito con una telecamera sony 3ccd con un telo verde di sfondo per il chroma key.
Il Cardinale che comunica i capi di imputazione doveva far capolino dalle grafiche pittoriche barocche.
Siamo quindi partiti dalle elaborazioni grafiche del libro, importando le immagini in After Effects, dopo averle rese trasparenti. Abbiamo quindi simulato un caos grafico di scritture in soprapposizione, per poi rivelare un’architettura perfetta, un cubo, da cui appare il potere, una sorta di Grande Fratello (quello vero…di Orwell…).
Il lavoro tridimensionale in questa prima parte del video è stata eseguita con un ‘vecchio’ straordinario programma, Canoma, originario della Metacreations. Tale software permette la creazione di figure solidi abbastanza semplici a cui si possono incollare textures, che per noi erano opere pittoriche. Il programma è nato essenzialmente per creare movimenti 3d di oggetti fotografati da diversi punti di vista (almeno tre). Una volta creato il solido ed associate le foto con un minimo di precisione, si ottiene una rudimentale ma efficace ricostruzione virtuale della realtà.
Canoma è abbastanza spartano e veloce nel rendering; ci occorrevano solo alcune panoramiche ed il programma ha svolto perfettamente il proprio compito.
Una volta comparso il cubo, metafora del potere, abbiamo inserito la sequenza del Cardinale dopo averla montata ed applicato il filtro chroma key per rendere trasparente lo sfondo, il tutto in Final Cut pro.
Ci è parso particolarmente interessante partire in alcune sequenze da una immagine pittorica che rivelasse dopo pochi secondi inaspettatamente la profondità di vedute a strapiombo. Ed è proprio ciò che abbiamo fatto all’inizio delle sequenze successive nella parte dedicata alle MERETRICI dove simuliamo una citta’ che sembra nascere da un microchip.
Anche qui abbiamo utilizzato Canoma ed After Effects e montato le scene poi in Final Cut.
L’ultima parte, quella che rappresenta la messa al rogo, e’ stata realizzata in Bryce facendo muovere piu’ sfere su una texture preventivamente preparata in Photoshop associata ad un piano infinito. La camera e’ stata mossa assieme alle sfere facendo capire poco a poco che le sfere stanno tutte convergendo. Ci è piaciuto il contrasto tra il realismo del paesaggio di Bryce e l’opera grafica che abbiamo utilizzato come texture che si perde all’infinito.
Le musiche che abbiamo scelto spesso fornivano la durata della sequenza o i tempi di certi movimenti di camera. Spesso quindi abbiamo messo le musiche nella timetable, facendo poi coincidere i momenti salienti con le sequenze animate.
Abbiamo utilizzato le musiche di un celebre gruppo inglese, gli ART BEARS, ed in particolare di un disco ispirato alle stilobi della cattedrale di Amiene che sembrava fatto apposta. Il disco si chiama ‘Winter songs’ ed è forse il disco che amiamo di più in assoluto.
LA MEMORIA…IN SCENA!
Ma come dire…ora che avevamo visto la potenzialià del testo, con l’aiuto di bravi attori, ci è venuto in mente di chiudere l’avventura con un lavoro teatrale dove tutta l’esperienza interdisciplinare venisse messa a confronto.
Ed è lavoro che porteremo in scena a Roma in concomitanza dell’anniversario della messa al rogo, avvenuta il 17 Febbraio 1600.
Il pubblico verrà disposto in modo da abbracciare la scena, e sopra verrà proiettata la scenografia virtuale come in un PLANETARIO. Non dimetichiamo che Bruno fu anche scienziato fermamente convinto della teoria Copernicana e che fu uno dei primi a sostenere la teoria dell’esistenza di infiniti mondi nell’universo…
In scena utilizzeremo vari proiettori puntati anche su superfici curve e talvolta sugli stessi attori. Il materiale video che utilizzeremo proseguirà il lavoro iniziato quasi due anni fa per il cortometraggio. Anche qui utilizzeremo grafiche pittoriche bidimensionali che si trasformano in solidi tridimensionali, con in più qualche elaborazione di morphing…ma è lavoro di questi giorni…
EPILOGO
Il senso di tutto il nostro ‘Fra’ Giordano Bruno redivivo’ è lo scambio interdisciplinare.
In un’epoca (quale è la nostra) tutta dedita all’eclettismo di linguaggi espressivi, alla mescolanza fra diverse forme di comunicazione tutte incorporate per temperarne una, alla multimedialità ed alla virtualità, c’è sembrato doveroso e legittimo mettere a punto un laboratorio corale in cui ogni disciplina (pur conservando la propria autonomia) si ponesse nei confronti dell’altra dialetticamente… disposta a rinnovarsi a quel contatto dialogico.
Interdisciplinarietà v’è quando nessuna delle discipline, chiamate in causa ad interagire, perde nulla della propria forza espressiva.
Chi vuole il buon rapuglio, lo semini di luglio, ch’è dire: chi vuol dare più incisività espressiva alla propria disciplina, la semini in un’altra a sé confacente.
Sotto il nome di fahrenheit451 troviamo un collettivo di artisti composto da uno scrittore e poeta, un regista teatrale e cinematografico, un esperto di comunicazione e nuove tecnologie, ed altri ancora…perché, come è avvenuto nel Barocco, i nuovi strumenti ci stanno colgliendo totalmente impreparati.
D’altronde le possibilità espressive si sono talmente ampliate nell’arco degli ultimi anni che i nuovi operatori dovrebbero essere registi, musicisti, animatori, grafici, esperti in comunicazione oppure… capaci di profondi scambi interdisciplinari con altri soggetti con competenze complementari.
Già, entrambe le cose sono estremamente difficli da mettere in pratica… ma se siete realisticamente coscienti dei vostri limiti, e talvolta provate quella sgradevole sensazione… come capaci di dominare la vostra macchina non proprio fino all’ultimo mega di RAM… beh sappiate che non c’è nulla di cui disperarsi.
Abbiamo buone notizie per voi!
Siete al di sopra della media.
E ora sapete da dove incominciare…
BOX DI APPROFONDIMENTO
Ars reminiscendi
Seguendo l’Ars mnemonica, tutto ciò che va ricordato dev’essere classificato, organizzato, predisposto e numerizzato secondo un ordine di contiguità, di assonanza e correlazione fra immagini e idee. Le immagini devono essere associate secondo i rapporti fra loro interconnessi. Tale metodo doveva servire come base alla scienza che, al di là delle parvenze fenomeniche della realtà, si prefiggeva di scendere sino all’essenza della realtà stessa, perché così facendo si arrivasse a decifrare il linguaggio della natura. Tale metodo presiedeva al desiderio di costituire un linguaggio enciclopedico capace di affiancarsi all’ordine armonico dell’universo.
Dell’Ars reminiscendi, molto è stato scritto ancor prima del De umbris idearum e del Cantus Circaeus di Bruno. Nell’Arte mnemonica si cimentò, creandone un mito, il poeta Latino Simonide di Ceo, e tant’altri, fra cui: Aristotele (De memoria et reminiscentia), Tomaso (Summa theologica), Raimondo Lullo (di cui Bruno fu particolarmente interessato: scriverà infatti De compendiosa architectura et commento artis Lulli).
Al Barocco corrispondono:
..la meraviglia, l’enigma, l’allegoria, la metafora, la retorica, il fasto, il basso e il sublime, il bizzarro, il grottesco, la libertà assoluta nel creare immagini e forme inedite, l’interdisciplinarietà delle arti, la molteplicità delle forme, la melanconia e il saturnino, l’eros, la discordia concors come costruzione di un ordine cosmico, il duplice, l’irregolarità, la stravaganza, la contraddittorietà, l’astrusità, l’ermetismo, il virtuosismo, il doppio senso, l’estremismo in tutti i sensi, l’illusionismo, la deformazione, il linguaggio babelico, la costruzione elusiva delle ambiguità, il contrasto, la compenetrazione delle immagini e delle forme, la simultaneità della frammentazione, la dinamica circolarità ellittica, il Caos primigeneo.
BRUNO
Bruno ebbe una nuova concezione del cosmo che neanche Copernico fu in grado di supporre: intuì che il nostro sistema planetario è illimitato, si estende all’infinito comprendendo altri sistemi planetari; l’universo è infinito (vedi il suo dialogo metafisico: De l’infinito, universo e mondi), è costituito da infiniti mondi, è animato da infiniti motori ed è privo di centro.
Ne’ La cena de le ceneri, Bruno elaborò l’idea di una ricerca scientifica svincolata da ogni concetto precostituito, invito quindi a osservare la natura a partire autonomamente da essa, per emancipare la scienza dalle verità assolutistiche stabilite dalla religione.
Bruno fu contro la superstizione (Lo spaccio della bestia trionfante) e si batté per una morale che dissipasse tutti i vizi dell’uomo.
Bruno difendeva una religione puramente razionale o naturale che mira a portare l’uomo alla natura, religione che faceva tutt’uno con la filosofia.
E dalla filosofia Bruno si aspettava il rimedio ai mali dell’umanità attraverso il rifiuto degli intransigenti dogmatismi di ogni religione confessionale ed il rinnovamento morale ed intellettuale fondato su una religione e un’etica razionali.
Nota su Vanni Scheiwiller
Vanni Scheiwiller nasce a Milano l’8 febbraio 1934, nipote per parte di madre dello scultore Adolfo Wildt. Il padre, Giovanni Scheiwiller (1889-1965), originario di St. Gallen nella Svizzera tedesca, fu a lungo direttore della libreria Hoeplì e diede inizio nel 1925 a un ‘attività privata di editore d’arte e letteratura “All’Insegna del Pesce d’Oro”. Il nonno, Giovanni Scbeiwiller (1858-1904), era stato a sua volta uno dei primi collaboratori del grande Ulrico Hoepli (1847-1935).
Si laurea nel 1960 in lettere moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi su Alberto Savinio e/o il surrealismo in Italia, ma già dal 1951 era subentrato al padre, proseguendone con passione t’attività editoriale.
In quarantotto anni – dal 1951 al 1999 – pubblica oltre tremila titoli suddivisi in 44 collane.
Fra i suoi autori figurano alcuni tra i più importanti scrittori italiani e stranieri del Novecento.
Tra gli italiani: Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Clemente Rebora, Giuseppe Prezzolini, Dino Campana, Camillo Sbarbaro, Alberto Savinio, Giorgio de Chirico, Corrado Govoni, Afonso Gatto, Leo Longanesi, Stefano D’Arrigo, Elio Vittorini, Cristina Campo, Cesare Zavattini, Fausto Melotti, ecc. ecc.
Tra gli stranieri.- Ezra Pound, Henri Michaux, André Du Bouchet, Giorgio Seferis, Costantino Kavafis, Murilo Mendes, Ghiannis Rítsos, Vicente Aleixandre (Premio Nobel 1977), Seamus Heaney (Premio Nobel 1995), Czesiaw Miton (Premio Nobel 1980), Wisiawa Szymborska (Premio Nobel 1996).
Numerosissime sono pure le antologie, le pubblicazioni d’arte, le mostre e i cataloghi.
Dal 1969 al 1978 tiene rubriche d’arte su “Panorama”, “Il Settimanale”, “L’Europeo” e, saltuariamente, anche sul “il Giornale nuovo” di Montanelli. Dal 1984 al settembre 1999 collabora a “Il Sole 24 Ore”.
Nel 1977 fonda la “Libri Scbeiwiller”.
Inoltre, Vanni Scheiwiller nel 1993 riceve il Premio Nazionale del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali per la traduzione, riservato agli editori; nel 1995 il Premio della Société Europeénne de culture, Sezione Polacca; nel 1998 il Premio alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Vanni Scheiwiller si è spento improvvisamente a Milano nella notte del 17 ottobre 1999.
per una lettura di alcune opere di Giordano Bruno e per un approfondimento sul Barocco si consigliano i seguenti testi:
Giordano Bruno:
DIALOGHI ITALIANI vol. I Dialoghi metafici vol. II Dialoghi morali (Sansoni Editore Firenze)
CANDELAIO (Rizzoli)
Barocco:
L’uomo barocco a cura di Rosario Villari (Editori Laterza)
La cultura del Barocco di José Antonio Maravall (Il Mulino)
La piega di Gilles Deleuze (Einaudi Editore)
Barroco di Severo Sarduy (Il Saggiatore)
Ars reminiscendi
L’arte della memoria di Frances Yates