lacrime d’amore
Milano, nel giardino della biblioteca di via Senato, il Teatro di Verdura, tre personaggi: Giulio Casale, Elena Ghiaurov e Giovanni Pacchiano. Il primo nel ruolo di Ugo Foscolo straziato dall’amore; la seconda nei panni di Antonietta Fagnani Arese, la ricca amante milanese del Foscolo; il terzo, critico letterario e saggista, con il compito di fornire strumenti al pubblico per meglio capire ed elaborare l’epistolario dei due amanti.
Sullo sfondo un telo su cui veniva proiettato un video scadente per qualità visiva, del tutto superfluo per la comprensione dei fatti amorosi, viziato da immagini reperite da un patrimonio artistico scollato dalla pertinenza del milanese, forzato e impegnato a riempire un vuoto deciso dal regista Filippo Crivelli. Quest’ultimo è anche il responsabile della scelta delle sopracitate immagini, quindi anche il “criminale” che per esigenze tecnico/risolutive raddoppiava specularmente dipinti di Georges de La Tour e di Caspar David Friedrich per adattarli a uno schermo orizzontale. Ma sorvolando su questo evitabile intralcio, si può dire che lo spettacolo era molto simpatico e senza pretese, probabilmente da leggere con occhi sensibili all’ironia.
Il Foscolo interpretato da Casale risentiva di accenti Gaberiani, dovuti all’immersione psicologica nel personaggio di Giorgio Gaber indispensabile per la riuscita del suo recente spettacolo Polli d’allevamento. Quella che potrebbe sembrare una deformazione interpretativa è invece un punto forza dello spettacolo. Geniale è, infatti, passare il miele struggente della passione foscoliana, eletta dalla grande critica come uno dei massimi picchi della letteratura italiana, attraverso il fantasma di Gaber, rinomato invece per la sua lotta costante a una società vigliacca e disonesta. Non so se questa ironia fosse voluta o meno, di certo la “serietà” delle parole foscoliane si è persa all’istante.
Per avvicinarsi all’operazione di Casale, posso proporre un piccolo esperimento: mettete una musica seria (un qualsiasi brano musicale di Ludwig van Beethoven per intenderci) sotto a un video di bagnanti che compiono le classiche azioni da spiaggia (come lo spalmarsi creme, gonfiare materassini, scavare buche per aste di ombrelloni, litigare con sedie a sdraio), otterrete un video comico.
Similmente Casale fa parlare un personaggio “serio” di argomenti di routine popolare, ed il risultato è molto divertente.
Affilato e pungente era il professor Pacchiano, che aiutava il pubblico con analisi storiche, demografiche e con gossip esclusivi sui due. Rivestiva il ruolo importante di guida: permetteva di entrare ed uscire dalla storia cercando di esplorarla sotto diversi punti di vista, analizzando, per esempio, la Milano ottocentesca con notizie sul linguaggio criptato degli amanti per darsi appuntamenti o sul vero ruolo del teatro alla Scala.