Autore e data di composizione: testo e musica di Ivano Fossati – 1986
Periodo/successo: Gli anni Ottanta – ma non diversamente quelli di oggi – erano davvero “un tempo sbandato”. Forte la risposta di Fossati: cantare la propria canzone per piccola e leggera che sia. Questa la chiave del successo di un artista che ha tardato a lungo prima di essere riconosciuto ma che gode oggi – in virtù della sua straordinaria coerenza artistica ma anche grazie alla sua magistrale e fondamentale collaborazione all’ultimo disco di De Andrè – di una fortissima consacrazione popolare.
Commento Afferma con esattezza Fossati: “‘In una notte in Italia’… canto la bellezza di esserci comunque, anche se il momento non è dei migliori, ‘la fortuna di vivere adesso in questo tempo sbandato’. Perché se hai la capacità di analizzare le cose e gli anni senza lasciarti trascinare, è meglio essere qui che altrove. Come è meglio cantare, anche una canzonetta, piuttosto che stare zitto. Per questo dico: ‘E’ tutta musica leggera, ma come vedi la dobbiamo cantare’. Ed è vero. Ed è bello ritrovarsi con l’umiltà e la felicità di cantare una canzone qualunque perché è da lì che si può passare a qualcosa di più complesso e profondo. La semplicità della musica leggera è la base su cui si possono innalzare grattacieli… Non dico che si debba stare fermi e ancorati alla musica leggera perché ne morirei, ma senza l’umiltà di confrontarsi con essa non si va avanti di un metro”. Tutto il lavoro artistico di Fossati – musica, parole, interpretazione – dimostra con un rigore che ricorda il più alto artigianato che fare “musica popolare” non vuol dire rendere “facili”, banali, commerciali i propri pezzi, ma cercare una loro dimensione d’autenticità artistica sia in studio che in concerto. Sintetizzando si può dire che per Fossati la propria canzone d’autore – quella che i francesi chiamano chanson a texte, ovvero canzone con un testo, per non confonderla con la canzone da ballo o da intrattenimento – non è solo un genere musicale, “roba da sentire”, ma è, più ancora, qualcosa “da rappresentare” (cfr. Fossati-Cotto 1994, pp. 114 e 97). Per inciso, ma l’inciso non è estemporaneo, vorrei notare che la canzone alla quale alludevo richiamando l’aggettivo ”facile” s’intitola “Sarà la musica” (1983) e contiene anche un ritratto preciso delle scelte artistiche di Fossati: “Per niente facili / uomini così poco allineati /… / ma uno che si tiene i suoi anni al guinzaglio / …/ o fa una musica senza futuro / o non ha capito mai nessuna lezione /…/ sarà la musica che gira intorno / quella che non ha futuro / saremo noi che abbiamo nella testa / un maledetto muro”. E’ proprio la coscienza dei limiti e del valore della musica leggera che rende il cantautore genovese non solo uno dei punti forti della canzone d’arte italiana ma un’artista capace di “tenere i propri anni al guinzaglio” e di interpretare e vivere con intensità il proprio tempo. Anche la musica per Fossati è un viaggio e anche qui valgono le stesse regole di abnegazione e di impegno etico che caratterizzano le persone autentiche e i veri viaggiatori: “”chi si guarda nel cuore sa bene quello che vuole… ha ben piccole foglie la pianta del tè”. E’ da questa coscienza che nasce la consapevolezza dell’importanza delle cose piccole per costruire le cose grandi, che nasce in Fossati il tema della solidarietà, che nasce la consapevolezza della necessita dell’essere “buon samaritano”. Mio fratello che guardi il mondo … e il cielo non ti guarda … se non c’è strada dentro il cuore degli altri prima o poi si traccerà”.
Echi letterari: più che parlare di letteratura in Fossati è forse meglio pensare al verso “una canzone popolare che in una notte come questa ti lascia muto”. Obiettivo di Fossati non è stato mai di fare letteratura – anche quando ha fatto e spesso è stato così poesia – ma musica leggera, musica popolare e dare dignità e forza interiore a questa espressione artistica.
Influenze sulla musica successiva. Per capire l’importanza di Fossati sulla musica contemporanea la cosa migliore è pensare che sue canzoni sono state cantate – nell’arco di trent’anni – da tutte le grandi interpreti italiane da Mina a Ornella Vanoni, da Mia Martini a Fiorella Mannoia, da Patty Pravo a Loredana Bertè.