Autore e data di composizione: parole e musica di Vasco Rossi – 1983
Periodo/Successo: la canzone fu presentata al Festival di Sanremo del 1983 da un ancora sconosciuto ragionier Rossi, ma a dimostrare che lui non c’entrava niente con il “festival dei fiori” sarebbe bastato il gesto con il quale Vasco concluse la sua cincischiata interpretazione: un clamoroso e rabbioso gettare il microfono in terra e voltare le spalle a tutto l’intraken festivaliero. La strada del rock di Vasco era un altra, quella che lo porterà a cantare a Imola di fronte a cinquecentomila persone nel più grande evento di tutta la storia della canzone italiana.
Commento: “Siamo solo noi / che andiamo a letto la mattina presto / e ci svegliamo con il mal di testa… siamo solo noi che tra demonio e santità è lo stesso basta che ci sia posto siamo solo noi quelli che muoiono presto / quelli che però è lo stesso. / siamo solo noi / generazione di sconvolti / che non ha più santi né eroi… / SIAMO SOLO NOI”
Commentare una canzone con un altra può essere una procedura non molto corretta ma le canzoni di Vasco Rossi si inseguono in coerenza rendendo esplicita la sua idea di “vita spericolata”. Afferma, con la consueta spacconaggine ma anche con preziosa lucidità critica Vasco Rossi: “Nelle mie canzoni non c’è alcun messaggio ma solo provocazione, ironia e tanta rabbia. La rabbia dell’emarginato di lusso quale oggi io sono, anche se di lusso… Insomma, scrivo e canto i miei stati d’animo con il linguaggio della strada”. Il rock di Vasco Rossi è questo: una fortissima immediatezza linguistica accompagnata da una musica capace con la forza del rullio di batteria e del riff di chitarra, di dare un’anima al testo. “Io da sempre – prosegue Vasco – do più importanza al testo che alla musica. Sono cresciuto con i cantautori. Ma ho cercato di esprimermi in un italiano più diretto, con meno menate. Sono salito sul palco per ribellarmi al cantautore che prima di cantare raccontava la storia e ne spiegava tutti i significati. Io invece sono sempre più convinto che quando sali sul palco o si capisce tutto subito oppure è meglio che vai a casa”. Dunque ben poco da spiegare in “Vita spericolata” se non una precisazione: che non è necessario fare una vita spericolata ma è obbligatorio fare una vita coerente. Parola di Vasco.
Echi letterari: nelle canzoni di Vasco Rossi è difficilissimo trovare echi letterari mentre molto forte è la presenza dello slang giovanile e della mitografia contemporanea (ad esempio il Roxy Bar degli eroi del rock), dalla pubblicità al cinema. L’attore americano Steve Mc Queen torna ben due volte nel suo canzoniere, una sul “serio” (nella canzone qui analizzata) e uno come sberleffo nella canzone dal titolo significativo di “Un gran bel film”: “io che credevo alle favole / e non capivo le logiche / è una fortuna che… sono ancora ‘vivo’ / … / però è ‘un gran bel film… un gran bel film… un gran bel film’. / Steve Mc Queen… spegnimi!”.
Influenze sulla musica successiva: nella quarta di copertina di un suo famoso /famigerato Diario di Bordo Vasco Rossi scrive che “il rock in Italia sono IO”. Non credo ci sia altro da dire per capire il debito che tutta la generazione “rock” successiva – da Luciano Ligabue a Zucchero, dai Litfiba ai CSI di Giovanni Lindo Ferretti – ha con lui.